Premetto di non aver visto l'omonimo film di Salvatores ispirato dal romanzo di Ammaniti.
"Io non ho paura" racconta in realtà le mille paure ed incertezze di Michele, un ragazzino che cresce in un minuscolo paesino del profondo Sud (Acqua Traverse, un nome di pura fantasia) insieme ai suoi amici. Durante una delle tante scorribande in quei territori per loro sconfinati e arsi dal torrido sole dell'estate, scopre Filippo, un suo coetaneo tenuto nasconsto in una sorta di "tana", legato ad una catena, sporco e delirante. Questo evento lo turberà non poco e creerà in lui molteplici dubbi sulle persone che lo circondano.
Ho trovato straordinaria la capacità narrativa di Ammaniti, che riesce a raccontare con gli occhi di un bambino una realtà così complessa, il peso di un segreto così grande da sopportare, le sue paure del buio e dei mostri, il coraggio di sfidare gli adulti e le regole convenzionali.
I personaggi sono ben delineati e caratterizzati, tanto che sembrano uscire dal racconto e presentarsi al nostro cospetto.
In effetti, non deve essere stato molto difficile trarne la sceneggiatura per un film, visto che la trama si sviluppa in un modo così lineare e ben strutturato che tiene incollato il lettore dalla prima all'ultima pagina, fino al finale (almeno per me) del tutto inaspettato.
Autore: Ammaniti, Niccolò
Titolo: Io non ho paura
Edizione: 24
Pubblicazione: Torino, Einaudi, 2001
Collezione: Stile Libero Noir
"...Un momento dopo [...] s'infilava nella tana dietro di lui: non le venne neppure in mente di chiedersi come avrebbe poi fatto a uscire da quel posto. Per un tratto la tana era diritta come una galleria, poi sprofondava all'improvviso, ma così all'improvviso, che [...] non fece neppure in tempo a pensare che era meglio fermarsi, perché si trovò subito a sprofondare lungo quella specie di pozzo veramente profondo." [L. Carrol, "Alice nel Paese delle Meraviglie"]
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lunedì 28 febbraio 2011
Io non ho paura
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giovedì 10 febbraio 2011
La chiocciola e i suoi fratelli
Come si chiama il simbolo @ nei diversi Paesi?
In Italia è la chiocciola, in inglese si dice at.
In Olandese è apestaart (coda di scimmia).
In Svedese è snabel-a ("A" con la proboscide).
In altre lingue è la coda del topo, il gatto che dorme, l'ochetta, il cane, il vermetto.
Ne conoscete altri? Aspetto le vostre segnalazioni! :)
In Italia è la chiocciola, in inglese si dice at.
In Olandese è apestaart (coda di scimmia).
In Svedese è snabel-a ("A" con la proboscide).
In altre lingue è la coda del topo, il gatto che dorme, l'ochetta, il cane, il vermetto.
Ne conoscete altri? Aspetto le vostre segnalazioni! :)
martedì 8 febbraio 2011
Spam
Secondo la teoria più accreditata, la parola "spam" ha origine da questa scenetta dei Monty Python, un celebre gruppo comico inglese che si è esibito dal 1969 al 1983.
Nello sketch la parola "spam", strillata dalla protagonista Vikings, sommerge ogni conversazione possibile, proprio come lo spam inonda le nostre caselle di posta.
Il termine sembra essere nato nel mondo virtuale di MUD, un gioco di ruolo testuale che si giocava sulle prime reti di computer negli anni 80: con la parola "spam" veniva indicato qualunque tipo di comportamento scorretto o proibito all'interno del gioco.
Nello sketch la parola "spam", strillata dalla protagonista Vikings, sommerge ogni conversazione possibile, proprio come lo spam inonda le nostre caselle di posta.
Il termine sembra essere nato nel mondo virtuale di MUD, un gioco di ruolo testuale che si giocava sulle prime reti di computer negli anni 80: con la parola "spam" veniva indicato qualunque tipo di comportamento scorretto o proibito all'interno del gioco.
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