Per chi come me aveva conosciuto il Pennac saggista, si ritroverà piacevolmente sorpreso nel conoscerlo anche come romanziere.
All'inizio non è facile addentrarsi in questa fiaba un po' surreale, tutta raccontata con grande ironia e in prima persona dal protagonista, Monsieur Malaussène, che per professione fa il "capro espiatorio" di un Grande Magazzino di Parigi. La sua è la classica famiglia allargata, formata da vari fratellastri e sorellastre concepiti da una madre inquieta e poco presente. La sua "tranquilla" routine sarà sconvolta d'improvviso da una serie di bombe che esploderanno proprio nel Grande Magazzino in cui lavora: non resterà che indagare, anche perché tutti gli indizi sembrano sempre portare a lui, per cui dovrà anche trovare il modo di scagionarsi.
Con un linguaggio semplice, Pennac riesce a parlare di un argomento scottante (quello degli "orchi"), e lo fa con grande umorismo, facendo leva sulle debolezze umane, ma tirando anche fuori il meglio che c'è (o potrebbe esserci) in ciascuno di noi.
"Se davvero volete sognare, svegliatevi." [Malaussène-Pennac]
Autore: Pennac, Daniel
Titolo: Il Paradiso degli Orchi
Edizione: 49
Pubblicazione: Milano, Feltrinelli, 1992
Collezione: Universale Economica Feltrinelli
"...Un momento dopo [...] s'infilava nella tana dietro di lui: non le venne neppure in mente di chiedersi come avrebbe poi fatto a uscire da quel posto. Per un tratto la tana era diritta come una galleria, poi sprofondava all'improvviso, ma così all'improvviso, che [...] non fece neppure in tempo a pensare che era meglio fermarsi, perché si trovò subito a sprofondare lungo quella specie di pozzo veramente profondo." [L. Carrol, "Alice nel Paese delle Meraviglie"]
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mercoledì 30 marzo 2011
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