Ci risiamo: le pulizie ritornano periodicamente. Non mi riferisco a quelle quotidiane/settimanali che servono per tenere lontani i nemici dell'igiene o perché "non sia mai viene qualcuno", ma a quelle che una tantum alcuni di noi (che sia Pasqua, primavera, cambio di stagione, ospiti inattesi, ecc.) decidono di fare con tanta convinzione determinazione, ma poi (puntualmente) se ne pentono!
Si comincia con lo svuotare un cassetto, si ritrovano vecchi cimeli perduti dalla notte dei tempi, e ci si ritrova con la stanza in subbuglio perché intanto la roba da buttare o in attesa di decidere cosa farne la poggiamo qua e là. E intanto la montagna di oggetti/vestiti/libri si accumula, cresce e ci demoralizza. Ora sono in questa fase: la mia scrivania è super-organizzata, i cassetti della biancheria sono puliti-profumati-ordinati, ma... c'è un ma: una marea di accessori in stand-by sul mio letto che non so assolutamente dove mettere! Ergo, dopo un'iniziale sprint, adesso sono giù di morale e in crisi, essendomi resa conto di essere a meno della metà dell'opera! Maledetta Mary Poppins, che ci hai illuso di poter riordinare la stanza con uno schiocco di dita! :P
Ed ecco che sono andata fuori tema: volevo parlarvi delle pulizie come metafora della vita, ma mi sono persa (come quando si rimette a posto la stanza, appunto: si comincia con una cosa e ci si ritrova a fare altro. E non è già una metafora quaesta?)
Dunque, la stanza/casa è la nostra vita. Sono giunta alla conclusione che quando decido di mettere in ordine la mia stanza, il mio inconscio vorrebbe farmi mettere, invece, ordine nella mia vita (povero illuso!). E in effetti è così: quando c'è un cambiamento (fine della scuola, chiusura del semestre, svolte nella propria vita) si parte col guardare l'armadio con occhio critico e.... via! parte la rivoluzione!
Al di là di tutta la fatica, però, c'è tanta soddisfazione finale. Il problema è che la rivoluzione è cominciata dalla nostra stanza: la vita ha ben altri ritmi.... :)
"...Un momento dopo [...] s'infilava nella tana dietro di lui: non le venne neppure in mente di chiedersi come avrebbe poi fatto a uscire da quel posto. Per un tratto la tana era diritta come una galleria, poi sprofondava all'improvviso, ma così all'improvviso, che [...] non fece neppure in tempo a pensare che era meglio fermarsi, perché si trovò subito a sprofondare lungo quella specie di pozzo veramente profondo." [L. Carrol, "Alice nel Paese delle Meraviglie"]
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giovedì 14 luglio 2011
La metafora delle pulizie... Again!
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