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giovedì 14 luglio 2011

La metafora delle pulizie... Again!

Ci risiamo: le pulizie ritornano periodicamente. Non mi riferisco a quelle quotidiane/settimanali che servono per tenere lontani i nemici dell'igiene o perché "non sia mai viene qualcuno", ma a quelle che una tantum alcuni di noi (che sia Pasqua, primavera, cambio di stagione, ospiti inattesi, ecc.) decidono di fare con tanta convinzione determinazione, ma poi (puntualmente) se ne pentono!
Si comincia con lo svuotare un cassetto, si ritrovano vecchi cimeli perduti dalla notte dei tempi, e ci si ritrova con la stanza in subbuglio perché intanto la roba da buttare o in attesa di decidere cosa farne la poggiamo qua e là. E intanto la montagna di oggetti/vestiti/libri si accumula, cresce e ci demoralizza. Ora sono in questa fase: la mia scrivania è super-organizzata, i cassetti della biancheria sono puliti-profumati-ordinati, ma... c'è un ma: una marea di accessori in stand-by sul mio letto che non so assolutamente dove mettere! Ergo, dopo un'iniziale sprint, adesso sono giù di morale e in crisi, essendomi resa conto di essere a meno della metà dell'opera! Maledetta Mary Poppins, che ci hai illuso di poter riordinare la stanza con uno schiocco di dita! :P
Ed ecco che sono andata fuori tema: volevo parlarvi delle pulizie come metafora della vita, ma mi sono persa (come quando si rimette a posto la stanza, appunto: si comincia con una cosa e ci si ritrova a fare altro. E non è già una metafora quaesta?)
Dunque, la stanza/casa è la nostra vita. Sono giunta alla conclusione che quando decido di mettere in ordine la mia stanza, il mio inconscio vorrebbe farmi mettere, invece, ordine nella mia vita (povero illuso!). E in effetti è così: quando c'è un cambiamento (fine della scuola, chiusura del semestre, svolte nella propria vita) si parte col guardare l'armadio con occhio critico e.... via! parte la rivoluzione!
Al di là di tutta la fatica, però, c'è tanta soddisfazione finale. Il problema è che la rivoluzione è cominciata dalla nostra stanza: la vita ha ben altri ritmi.... :)

mercoledì 6 luglio 2011

Quando Google si sente fortunato

Quanti di voi hanno cliccato sul tasto "Mi sento fortunato" nella home page di Google? Ammetto di averlo fatto oggi per la prima volta, dopo aver letto questo articolo qui. Apprendo solo ora che questo tastino costerebbe a Google centinaia di milioni l'anno, a causa dei mancati ricavi. E bisogna ammettere che non si di grande utilità: quando si esegue una ricerca, cliccando su questo bottone, si viene reindirizzati direttamente sulla pagina che Google ritiene più pertinente. Insomma: il motore di ricerca tenta di indovinare le nostre esigenze! Ma non sempre c'azzecca. Anche perché, prima di arrivare alla pagina che ci serve, magari ce ne sputa fuori due o tre che non hanno niente a che vedere con la nostra ricerca.
Ho scoperto, però, un'altra funzione del "Mi sento fortunato": sempre dalla home di Google, cliccandoci su (senza effettuare ricerche) si viene catapultati nell'archivio storico dei loghi (Doodles) utilizzati dal motore di ricerca con sede a Mountain View (California) per feste, eventi e ricorrenze.
E questa è una buona opportunità per rivedere i loghi più belli e divertenti, ma anche per scoprirne qualcuno che ci è sfuggito!
A questo punto, però, spero che una volta rimosso il tasto in questione, Google riservi uno spazio ai suoi loghi storici, semmai cambiando il nome con un tag più intuitivo, che faccia capire immediatamente cosa si cela dietro il click. Anche se poco fantasioso, per esempio, un bel "Archivio Doodles" ci starebbe bene!
Se poi avete qualche idea migliore e più interessante, fatevi avanti! Intanto, andate a godervi la galleria di loghi più belli e, se vi va, date un'occhiata alla loro storia.
Il doodle-chitarra interattivo a sei corde che rende omaggio a Les Paul, padre della Gibson a sei corde che il 9 Giugno avrebbe festeggiato il suo 96° compleanno.