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martedì 21 settembre 2010

I diritti imprescrittibili del lettore

Per la serie "Quando il riciclo fa bene"... vi propongo una nota che tempo fa avevo scritto per Facebook, ispirata dalla lettura illuminante di Come un romanzo di Pennac.

Allo stesso tempo, lancio anche un sondaggio: a quale di questi diritti vi appellate più di frequente? (Potete fare anche degli esempi)

1. Il diritto di non leggere.
--- "(...) tra un buon libro e un brutto telefilm, il secondo ha, più spesso di quanto vorremmo confessare, la meglio sul primo. Inoltre, non leggiamo sempre. I nostri periodi di lettura si alternano sovente a lunghi digiuni durante i quali la sola vista di un libro risveglia in noi i miasmi dell'indigestione."

2. Il diritto di saltare le pagine.
--- "Se (i ragazzini) hanno voglia di leggere 'Moby Dick' ma si scoraggiano di fronte alle digressioni di Melville su materiali e tecniche della caccia alla balena, che non rinuncino alla lettura, ma saltino, saltino quelle pagine, per inseguire Achab senza curarsi del resto, come come lui insegue la sua bianca ragione di vivere e di morire!"

3. Il diritto di non finire un libro.
--- "Ci sono mille ragioni per abbandonare un romanzo prima della fine: la sensazione del già letto, una storia che non ci prende, il nostro totale dissenso rispetto alle tesi dell'autore, uno stile che ci fa venire la pelle d'oca o viceversa un'assenza di stile non compensata da alcuna ragione per proseguire oltre. Inutile enumerare le 995 altre ragioni, fra le quali (...) annoverare la carie dentale, le angherie del capufficio o un terremoto del cuore che ci ha paralizzato la mente."

4. Il diritto di rileggere.
--- "Rileggere quel che una prima volta ci aveva respinti, rileggere senza saltare nessun passaggio, rileggere da un'altra angolazione, rileggere per verificare (...), per il piacere della ripetizione, la gioa di un nuovo incontro, la messa alla prova dell'intimità."

5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa.
--- "Per un certo periodo leggiamo, insieme, buoni e cattivi romanzi. Così come non rinunciamo dall'oggi al domani alle nostre letture infantili. Tutto si confonde. Usciamo da 'Guerra e pace' per rituffarci nella 'Biblioteca dei ragazzi'. Passiamo dalla collezione Harmony (...) a Boris Pasternàk e al suo 'Dottor Zivago' (...)."

6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa).
--- "E' questo, a grandi linee, il 'bovarismo', la soddisfazione immediata ed esclusiva delle nostre sensazioni: l'immaginazione che si dilata, i nervi che vibrano, il cuore che si accende, l'adrenalina che sprizza, l'identificazione che diventa totale e il cervello che prende (momentaneamente) le lucciole del quotidiano per lanterne delluniverso romanzesco..."

7. Il diritto di leggere ovunque.
--- "Ogni mattina da due mesi d'inverno, comodamente seduto sul trono della ritirata chiusa a doppia mandata, il soldato Tizio vola ben al di sopra delle contingenze militari. Tutto Gogol'! Dalle nostalgiche 'Veglie', agli esilaranti 'Racconti di Pietroburgo', passando per il terribile 'Taras Bul'ba' e il riso nero delle 'Anime morte', senza dimenticare il teatro e la corrispondenza di Gogol' (...)."

8. Il diritto di spizzicare.
---"E' la libertà che ci concediamo di prendere un volume a caso dalla nostra biblioteca, di aprirlo dove capita e di immergerci un istante, proprio perché solo di quell'istante disponiamo."

9. Il diritto di leggere a voce alta.
--- "L'uomo che legge a viva voce si espone completamente."

10. Il diritto di tacere.
--- "(...) le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere. E nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa intimità."

da Daniel Pennac, Come un romanzo, Universale Economica Feltrinelli, 2007

2 commenti:

  1. Diritto di rileggere, personalmente lo adoro. Ti faccio un esempio: i libri dei vecchi esami che ho fatto. Spesso, non so quasi perchè, mi capita di prenderlo dalla libreria, sfogliarlo e leggerlo per qualche minuto. Forse per rinfrescare le cose studiate in passato, forse perchè sono cose che mi appassionano. Chissà

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  2. Per quanto mi riguarda, finora mi è capitato di appellarmi al diritto di non finire un libro. Ed è successo proprio con "Le affinità elettive" di Goethe. Sta lì sul comodino che mi guarda, io ricambio lo sguardo, ma.... è di una noia mortale! E'da un paio di sere che l'ho ripreso, ma non "scende"... :(

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