Nonostante il libro abbia un retrogusto orwelliano, con un pizzico di "Mondo Nuovo" di Huxley, Luciano Ligabue ha saputo renderlo originale puntando su un aspetto poco o per nulla sviluppato nei due romanzi appena citati: l'amore. I protagonisti di "La neve se ne frega", infatti, vivono in un mondo asettico, dove tutto è prestabilito dal Piano Vidor, a partire dalla nascita (che corrisponde alla nostra vecchiaia) al lavoro, fino all'assegnazione di un certo numero di adulteri per coppia. Non esistono più malattie, il tasso di suicidi è pressoché azzerato, gli abitanti sono controllati costantemente dalle microcamere e la vita trascorre senza scossoni particolari. O almeno così sembra. Perché la natura umana, nella sua "imperfezione", non la si può controllare totalmente, e l'uomo con le sue passioni spesso può contrastare la razionalità.
Il romanzo è una sorta di diario, in cui Difo (il protagonista) si racconta, descrive il rapporto di passione e reciproca stima con la propria compagna Natura (anche lei assegnatagli dal Piano), le sue perplessità riguardo al funzionamento del Sistema in cui vivono...
Un romanzo brillante, che non annoia, anzi: poteva essere sviluppato ulteriormente, arricchendo la trama di ulteriori dettagli per sciogliere quei dubbi che comunque alla fine della storia narrata restano insoluti.
Autore: Ligabue, Luciano
Titolo: La neve se ne frega
Edizione: 5
Pubblicazione: Milano, Felrinelli, 2007
Collezione: Universale Economica
"...Un momento dopo [...] s'infilava nella tana dietro di lui: non le venne neppure in mente di chiedersi come avrebbe poi fatto a uscire da quel posto. Per un tratto la tana era diritta come una galleria, poi sprofondava all'improvviso, ma così all'improvviso, che [...] non fece neppure in tempo a pensare che era meglio fermarsi, perché si trovò subito a sprofondare lungo quella specie di pozzo veramente profondo." [L. Carrol, "Alice nel Paese delle Meraviglie"]
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mercoledì 12 gennaio 2011
La neve se ne frega
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